Profumo di mare
Come ogni anno, in questo periodo, la mia dolce metà in compagnia di due o tre amici si sposta in una spece di "transumanza" verso Nord/Est alla ricerca di un vinello bianco frizzante o prosecco della Valdobbiadene. In realtà questo è un pretesto per una gitarella godereccia tra uomini, che ha come risultato, l'acquisto di vari prodotti locali (oltre al vino).
Sabato scorso, prima dell'alba (questo rito è fondamentale), caricate le damigiane, eccoli partire alla volta di Chioggia. L'orario di partenza ha la sua importanza, questo gli permette di arrivare sul posto giusto in tempo per una "colazione" a base di frittura di pesce e prosecco.
Arrivati ha destinazione e consigliati da una "guida" locale (leggi: anziano signore con una spiccata propensione da operatore turistico), eccoli alla ricerca di un'osteria dove bere il tradizionale cichetto e dove assaporare un fritto freschissimo. Dopo questa colazione sui generis e sempre accompagnati dalla loro guida personale, "il fantastico trio" si è spinto alla scoperta del mercato del pesce.
Quello che vedete in questo post (a parte il polipo), è la degna conclusione della gita. Vongole e canestrelli sono arrivati freschi, freschi sul tavolo della mia cucina e appena ho aperto il sacchetto, il profumo del mare ha raggiunto le mie narici. A costo di essere ripetitiva, credo che uno dei motivi per cui desidero così tanto vivere in un qualsiasi posto di mare, è proprio questo; prodotti ittici da scegliere su un fantastico mercato del pesce per una cucina fresca e leggera!
Per esaltare al meglio il gusto del mare ho optato per una preparazione semplice, e l'eccellente materia prima, mi ha dato ragione.
Dedico questi spaghetti a Ferraresi (uno dei componenti del trio) mio lettore silente e appassionato di cucina; fondamentale organizzatore di queste uscite e originario dei luoghi sopracitati e che si rivela sempre il consulente migliore per gli acquisti eno-gastronomici.
Spaghetti alla chitarra ai frutti di mare
- canestrelli 1 kg
- vongole pevarasse o vongole comuni della Laguna di Venezia 1 kg
- olio evo buono 1/2 bicchiere
- aglio fresco secondo il gusto ( per me, 1/4 di testa d'aglio)
- prezzemolo tritato un bel mazzetto
- peperoncino piccante fresco 1
- spaghetti alla chitarra 4 etti
Mettete a bagno le vongole, per almeno 2 ore, in abbondante acqua e sale grosso che cambierete almeno un paio di volte. In questo modo si spurgheranno bene dalla sabbia. Aprite con la punta di un coltello i canestrelli, lavateli sotto l'acqua corrente e staccatene il corallo e la "noce". Lasciatene alcuni dentro la valva, serviranno per decorare il piatto.
Mettete le vongole in ampia padella, coperchiatele e ponetele su fuoco vivace. Scuotetele ripetutamente fino a che non si siano aperte tutte. Spegnete, lasciate intiepidire e levate dai gusci le vongole. Anche in questo caso tenetene alcune con il guscio. Filtrate il liquido che sarà rimasto nella padella e tenetelo in disparte.
Ponete a cuocere gli spaghetti alla chitarra in abbondante acqua bollente salata. Sempre in un ampia padella, che possa contenere anche la pasta, mettete l'olio, l'aglio tritato e il peperoncino sminuzzato. Lasciate soffriggere leggermente e quindi unite i canestrelli, girate un attimo perchè sentano il calore e a seguire aggiungete le vongole. Lasciate pochi attimi sul fuoco vivace e spegnete.
Scolate la pasta bene al dente, tuffatela in padella, aggiungete il liquido delle vongole e il prezzemolo tritato. Tirate a cottura ancora qualche minuto su fuoco vivace aggiungendo, se è il caso, un filo di olio crudo. Spegnete e impiattate.
Polpo in insalata
Ora, è vero che non c'è niente di originale nell'insalata di polipo, ma la foto mi piaceva particolarmente e così vi lascio anche qualche nota su questo piatto che ha accompagnato questo pranzo domenicale dal profumo di mare.
Mettete a bollire l'acqua in una capace pentola e aggiungete:
- un bicchiere di vino bianco secco,
- una carota,
- una cipolla,
- due spicchi d'aglio
- un gambo di sedano
- una foglia di alloro
- qualche rametto di prezzemolo
- due fette di limone
- qualche grano di pepe nero
- poco sale grosso
Quando il court bouillon inizia a bollire tuffatevi il polipo, lavato e spellato e lasciatelo cuocere coperto a fuoco basso per circa 40 min. Trascorso questo tempo, dovrebbe infilzarsi bene con la forchetta. Spegnete e lasciatelo intiepidire nel suo brodo. Scolatelo, asciugatelo e tagliatelo a tocchetti. Conditelo ancora tiepido con una citronette e prezzemolo tritato. Ovviamente, come nella migliore tradizione, le patate lesse ci stanno una meraviglia...ma, data la stagione, sono indicati anche gli asparagi.
Altro acquisto della giornata: 2 kg di farina di mais bianca comprata in un mulino di un paese vicino a Mestre...ma questa è un altra storia o...un altra polenta!!
Commenti
Io sono negata per cucinare il pesce!!!
:)
Ho la salivazione a 1000...
Complimenti!
Brava Glò..bel post!!
E bellissime foto.. ;-D
buona pasqua!
bella l'idea della transumanza.
brava!
Spero però che la tua campagna abbia successo. Buona Pasqua!
Ciao Tulip, come vedi mi limito a preparazioni molto semplici...credo che cucinare il pesce sia nel DNA di chi ha la fortuna di abitare sul mare.
Ciao Lory, che piacere!E' la prima volta che ti vedo qui. Verrò a fare un giretto dalle tue parti...il tuo blog mi sembra degno di nota.
Ciao Gourmet, vedo che sei in partenza. Io come al solito spignatto anche a Pasqua per l'inevitabile raduno di famiglia!!
Buon viaggio e portaci tante esperienze golose.
Ciao Max, dì la verità..sei un pò invidioso! Forza raduna un gruppetto di amici e imita l'impresa. Grazie come sempre per i complimenti.
Buona Pasqua a tutti, Glò
Ciao.
i chioggiotti parlano un dialetto che sembra brasiliano, le vongole peverasse le chiamano e'bibarasse.
Bel post, fortunello tuo marito! saluti golosi cat
auguri!
Ciao Orchidea, il soggetto aveva un bel profilo!!
Ciao Cat, sei più fortunato di me che hai parenti in loco. Io sono esclusa da queste "gite" goliardiche e un pochino me ne dispiace!
Ciao Sergiott, per il prossimo "documentario" spero di poter riportare un'esperienza personale. Sigh!!
Glò